Chi è il fotografo da matrimonio?

Come direbbe qualcuno:

 questa si che è una bella domanda !

Beh, io risponderei : è colui che racconta e crea, al tempo stesso, ” Storie lunghe un giorno intero”.

Qualsiasi cerimonia può essere documentata e valorizzata in modo realistico ma soprattutto originale in un servizio fotografico realizzato su misura da un fotografo da matrimonio. Quest’ ultimo, infatti, interpreterà ogni singolo evento in modo da ottenere un’ impronta unica, capace di accendere ogni immagine di una vivacità espressiva fuori dal comune.

La qualità delle immagini, dunque, rappresenta l’ elemento determinate per il  potenziale comunicativo dell’ album realizzato dal fotografo.

Per quanto riguarda lo stile utilizzato per narrare un matrimonio, premetto che non esiste uno stile giusto o sbagliato perché la fotografia è soggettiva e molto personale. Ci sono sposi a cui piace essere letteralmente guidati in ogni mossa ed altri che invece preferiscono vivere la giornata senza (o quasi) interventi da parte del fotografo. Sono semplicemente gusti. Personalmente, lo stile nel quale mi rispecchio di più, è quello reportagistico.

Cosa significa reportage fotografico di matrimonio?

Il termine reportage, nel mondo dei matrimoni, è spesso usato impropriamente e, aggiungerei, anche fin troppo spesso. Si tratta di una parola che va di moda e per questo, il più delle volte, il suo vero significato si perde per descrivere stili fotografici che in realtà non si addicono molto al reportage fotografico di matrimonio. Interrogando, a tal proposito, Wikipedia, scopriamo che si intende per “reportage” un genere fotografico con regole ben precise: è una documentazione fedele di fatti ben identificabili.

La parola che colpisce è “fedele”, o autentico, preciso… ci sono un sacco di sinonimi da usare. Non appena la situazione viene alterata anche solo minimamente, non la si può più identificare come fedele.

Come si riconosce un reportage fotografico di matrimonio?

Lo si riconosce dalla sua naturalezza e spontaneità. Dall’assenza completa di direttive da parte di chi fotografa. La giornata del matrimonio scorre senza interruzioni da parte del fotografo che darà spazio alla sua creatività e tradurrà in immagini le situazioni e le emozioni che gli si presentano davanti e che attirano la sua attenzione.  Solo in questo modo si ha la certezza di avere una reazione spontanea ed una rappresentazione fedele della realtà al 100%.

Per arrivare a tutto ciò, però, la formazione nella nostra professione non è solo importante, è fondamentale. Credo che senza avere delle buone basi di cultura fotografica si arrivi fino a un certo punto, magari grazie all’esperienza e alla tecnologia, ma non si vada “oltre”.

Andare a mostre, partecipare a workshops e approfondire la storia dell’arte possono dare un contributo decisivo allo sviluppo di un proprio stile, di un modo personale di riportare la realtà.

E’ tutta una questione di passione!

Lo stimolo alla fotografia deve essere l’amore, ti devi avvicinare perché non ne puoi fare a meno. Sotto questo aspetto invidio bonariamente chi ha un altro lavoro perché può dedicarsi alla fotografia in forma pura, dettato soltanto da quello che sente senza scendere a inevitabili compromessi in funzione delle esigenze del cliente.

Fortunatamente nel corso degli anni, sono i clienti che scelgono me perché si sentono in sintonia con il mio stile e con il mio modo di raccontare. Questo mi permette, anche nei matrimoni, di essere me stesso.

E per chi mi chiedesse: che ne pensi del  fotoritocco ?

A tal riguardo, è doveroso fare un’ importante precisazione  in materia di post-produzione. Se su una foto si agisce semplicemente sulle curve per ottimizzare o personalizzare le luci e le ombre, i contrasti, il bilanciamento del bianco, si croppa entro certi limiti, allora sono pienamente d’accordo. In fondo in camera oscura si faceva esattamente la stessa cosa e, in questo caso, il fotoritocco è essenziale.

Se invece si inizia a togliere oggetti, a spostare cose o persone, a clonare gli sfondi, ad aggiungere elementi presi magari da un altro scatto, oppure a inserire nuovi aspetti grafici, allora non stiamo più ragionando in termini di fotografia, ma da quella che personalmente definisco “pittura fotografica”, proprio perché si sta creando qualcosa che non esisteva al momento dello scatto. Il reportage, dunque, è autenticità e va trattato con questo criterio anche in ambito di “foto ritocco”. Questo stile fotografico ha bisogno di accorgimenti atti ad ottimizzare ogni singolo scatto, cercando di accrescere il carattere emozionale di ognuno di essi.

La spontaneità è magnifica e riuscire a cogliere ogni sfumatura delle emozioni delle persone che si sta fotografando è estremamente avvincente.

Proprio per questo motivo è un gran peccato che ci sia una sorta di moda nell’identificarsi reportagista anche se in realtà non lo si è, perchè oltre ad amalgamarsi ad uno stile che non è il proprio, si crea anche e soprattutto una gran confusione nei confronti della coppia.

Il reportage matrimoniale si avvicina sempre di più al reportage giornalistico sia come idea a livello tecnico che come concetto a livello sociale.

Ci sono dei signori professionisti che sono in grado di raccontare l’evento matrimonio con un talento che niente ha da invidiare ad altrettanti bravi fotogiornalisti.Purtroppo ancora c’è l’idea stereotipata che i servizi di matrimonio siano basati su scatti patinati ed evanescenti, di spose spalmate sulla macchina e di sposi con la giacca sulle spalle, anche se c’è tutta una nuova generazione di fotografi che non scatta più così.

Infine, per la scelta di colui che ha in mano le chiavi del loro ricordo, consiglierei agli sposi, innanzitutto, di rendersi conto dell’ importanza della fotografia nel matrimonio. Molti la considerano come un fattore marginale. Si pensa alla chiesa, poi al vestito, poi al cibo, poi al viaggio di nozze e a seguire al fotografo. Talvolta sapendo che un amico o un parente si diletta con la macchinetta, non ci si preoccupa più di tanto fino a pochi giorni dall’evento.

In realtà, l’unica cosa che resterà del loro giorno saranno le fotografie e le fedi al dito. Tutto il resto si esaurirà alla sera quando torneranno nella loro casa. La maggior parte delle coppie ricorderanno molto poco di quel giorno, tutto sarà passato così in fretta, così velocemente. Le emozioni vissute, piano piano si affievoliranno fino a quasi scomparire.

Ecco l’importanza del fotografo e di un servizio che racconti quello che hanno vissuto, oltre all’esigenza di scegliere un vero professionista. Bisogna parlare col fotografo, capire se si è sulla stessa lunghezza d’onda, instaurare un rapporto che si avvicini all’amicizia perché è a lui che si affida il compito di fissare i ricordi di un giorno che non tornerà più.

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Da Lunedì 8 Giugno via libera ai matrimoni con invitati: riparte finalmente il wedding

Finalmente appare uno spiraglio per tutto l’ indotto legato alla cerimonia campana. Possono tirare, infatti, un sospiro di sollievo tutte le coppie che, con determinazione, hanno tenuto duro e non hanno ceduto alla tentazione di postecipare il loro evento all’ anno prossimo. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nell’ ultima ordinanza, ha dato il via libera alla ripresa di matrimoni, battesimi, comunioni e ad ogni altro tipo di festa  con gli invitati. Lo stesso governatore che agli inizi dello scorso Marzo, a causa della pandemia del Covid 19, aveva ordinato la sospensione di ogni forma di festeggiamento privato, costringendo ai box migliaia di addetti ai lavori del settore wedding, con ingenti perdite dal punto di vista economico, oggi lancia un’ ancora di salvataggio a tutti gli operatori del settore cerimonialista. Quindi è ufficiale: il Presidente della Regione Campania, con l’ordinanza numero 55 di Venerdì 5 Giugno, ha deciso che si può ufficialmente partire.Ovviamente, non bisogna pensare  di poter organizzare un evento come se nulla fosse successo durante i mesi trascorsi. De Luca, infatti, ha dato mandato all’ Unità di Crisi di stilare appositi protocolli di sicurezza per il Coronavirus. Pare, ad ogni modo, che sia sempre obbligatorio l’ uso della mascherina nei luoghi pubblici, mentre nelle location scelte per il ricevimento il numero di invitati dipenda dalle dimensioni degli ambienti delle strutture stesse. In ultimo, ma non per questo meno importante, ci sarà da rispettare l’ ormai nota regola del distanziamento sociale sia tra i tavoli che tra gli stessi commensali, fatta eccezione di quelli appartenenti allo stesso nucleo familiare. E’ chiaro che la riapertura degli eventi, disposta nell’ ordinanza numero 55, è stata avallata dai dati riportati dall’ Unità di Crisi su zero contagi nella stessa regione Campania. La stessa Unità, infatti, in data 4 Giugno, ha potuto constatare l’ assenza di nuovi contagiati, oltre che ad attestare un netto abbassamento della curva epidemiologica. Preso atto di ciò, il governatore De Luca ha ritenuto opportuno estendere la riapertura anche per meeting e convegni, nonché a piscine, pubbliche e condominiali, sale da gioco autorizzate ed aree da gioco “bambini”. Anche per queste attività sono stati trasmessi agli operatori del settore, tutti i protocolli necessari per una ripresa in sicurezza. Ma vediamo nello specifico cosa prevede quest’ ultima ordinanza in materia di ricevimenti:

– mascherina obbligatoria solo per spostamenti tra aree chiuse (all’aperto e allo stesso tavolo si può stare senza).

– Non c’è limite di posti al singolo tavolo ma si terrà conto del metro di distanza tra un tavolo e l’altro.

– Buffet servito al tavolo così come il servizio bevande (non ci saranno bottiglie al tavolo).

Questo ci fa presupporre che se le cose dovessero continuare su questa linea, con molta probabilità si può pensare che, quantomeno da Luglio in poi, ci potrebbe essere un ritorno alla normalità considerando che le temperature saliranno, sperando sempre che i contagi restino, fino ad allora, pari a zero!

Matrimonio : curiosando tra tradizioni, usanze e superstizione

A prescindere da quale sia la regione o città in cui abitate, il vostro matrimonio sarà sempre legato a diverse tradizioni e scaramanzie. Oggi, dunque, voglio parlarvi di tutto quello che dovete sapere e che non dovete assolutamente dimenticare perché il vostro “ SI “ sia felice e duraturo nel tempo.

Iniziamo parlando dell’ abito della sposa

Ebbene, la prima cosa che in famiglia vi diranno, soprattutto le persone più anziane, è che il colore della veste nuziale deve essere rigorosamente il bianco.”Per carità !!!!”, vi diranno, “evita il rosso perché è desiderio di morte”, come il nero è pentimento, il verde timidezza ed il giallo mancanza di stima. Altra leggenda legata all’ abito della sposa narra che quest’ ultima non debba guardarsi allo specchio con la veste il giorno delle nozze, a meno che non tolga un orecchino, una scarpa ed un guanto.

Anche se l’ argomento è stato trattato di recente in un altro articolo, non posso non citare, in questa “PLAY LIST” di usanze, il famigerato Bouquet. Infatti, anche questo importante accessorio della sposa, nel giorno delle nozze, è legato alla tradizione che impone allo sposo di comprarlo alla sua futura moglie come ultimo regalo prima del “SI”. Solitamente, a far recapitare il mazzo di fiori alla sposa, è la mamma dello sposo, anche se, di tanto in tanto, sono gli stessi  testimoni ad occuparsi della speciale consegna. Si sa, poi, che, a fine cerimonia, la novella sposa effettua il lancio del bouquet in mezzo ad un gruppo folto di donne nubili e, secondo la tradizione, colei che lo riceverà, sarà la prossima candidata alle nozze.

E perché non parlare dei confetti?

Quasi sempre si scelgono quelli morbidi ed alla mandorla. Accanto alle bomboniere, poi,  gli sposi consegnano agli invitati un sacchetto che ne contiene un numero dispari, quindi indivisibile, solitamente 5 come le virtù che nella vita dovrebbero caratterizzare la giovane coppia, ovvero salute, ricchezza, felicità, lunga vita e fertilità. Altra curiosità, nell’ ambito nuziale, riguarda l’ usanza di suonare il clacson durante il corteo post-chiesa che, secondo alcune credenze, servirebbe per allontanare dagli sposi gli spiriti maligni.

A proposito di spiriti maligni, gli antichi egizi  credevano che questi ultimi si radunassero il giorno del matrimonio per rovinare la festa agli sposi. Per evitare questo, la sposa si faceva letteralmente scortare dalle damigelle che vestivano con abiti lussuosi e seguivano la sposa, evitando così che la sfortuna piombasse sulla nuova coppia. Sempre secondo la tradizione, a portare la dote è la famiglia della sposa, fornendo gli abiti, la biancheria e tutti gli accessori necessari durante il primo anno di matrimonio, così che lo sposo, in tale periodo, non debba provvedere alle spese per l’ abbigliamento della moglie.

Porta decisamente sfortuna indossare la fede nuziale prima delle nozze, come è di cattivo augurio comprare contemporaneamente l’anello di fidanzamento e quello di nozze.

Quale giorno scegliere per sposarsi ?

E’ ormai conosciutissimo il detto “ di Venere e di Marte non si sposa e non si parte”.Bisogna evitare, dunque, di sposarsi di Martedì e di Venerdì, il primo perché è il giorno di Marte, Dio della guerra, il secondo, invece, è il giorno in cui, secondo alcune leggende, furono creati gli spiriti maligni. Oggi praticamente nessuno più crede a questa teoria, tanto che i matrimoni di Venerdì sono diventati molto frequenti. La pioggia, poi, in molte culture, significava prosperità, per cui sentiremo molto spesso gridare, in situazioni meteorologiche avverse: “ Sposa bagnata, Sposa fortunata”.

Anche il riso, proprio come una pioggia, viene lanciato agli sposi come augurio di fertilità, mentre, sull’ uscio di casa,  lo sforzo di prendere in braccio la sposa da parte dello sposo, oggi magari un pò solo per scherzo, un tempo serviva per evitare il cattivo presagio che la neo moglie potesse inciampare e farsi male. Contro gli spiriti maligni, una leggenda narra che anche il velo venisse utilizzato per proteggere la sposa ed era di buon augurio farselo regalare da una sposa felice con alle spalle un matrimonio ben riuscito. In ultimo, ma non per questo meno importante, vi è l’ usanza da parte della sposa di indossare i “ 5 famosi oggetti simbolo di buona fortuna”, vale a dire: una cosa nuova, simbolo del cammino nuovo che sta per iniziare insieme allo sposo che solitamente è rappresentato dallo stesso abito oppure da un capo di biancheria intima; una cosa vecchia, a rappresentanza del proprio passato ( un gioiello, per esempio); una cosa prestata, a significato dell’ affetto delle persone care che la circondano; una cosa regalata ed infine una cosa blu, simbolo di purezza e di sincerità, come ad esempio la giarrettiera con, appunto, un nastrino di colore blu. Magari tutte queste usanze sono solamente frutto della suggestione nei confronti della superstizione ma, per la serie “ Non è vero ma ci credo ”, ogni sposa che si accinge a convolare a nozze non esita nel rispettare la tradizione, così che nessuno mai potrà dire agli sposi dinanzi ad un cattivo presagio, di aver voluto sfidare la sorte.

Cuscino porta fedi: tutto ciò che c’è da sapere

Oggi voglio parlarvi del cuscino porta fedi, delle sue origini e del suo significato. Pare, infatti, che questo particolare accessorio legato alla cerimonia nuziale abbia radici molto antiche, in particolar modo nella tradizione anglosassone. Si narra che, all’ inizio, la sua forma fosse rigorosamente tonda, il materiale usato fosse il raso e il suo colore il bianco. Il cuscino, dopo essere stato usato per la cerimonia religiosa, veniva conservato gelosamente dagli sposi negli anni a venire e, quasi come un cimelio, veniva tramandato prima ai figli e poi ai nipoti, come segno di continuità della famiglia nel tempo.

Fedi nuziali: significato

Il cuscino porta fedi, nella tradizione religiosa, viene utilizzato per portare all’ altare gli anelli degli sposi, custodendo, dunque, il profondo significato delle fedi. Analizzando queste ultime, notiamo infatti, che la loro forma è quella tonda, simboleggiando  l’ unione degli sposi per l’eternità, oltre che  il cerchio della vita. Questo sembra essere  il vero e proprio valore degli anelli: non avendo un inizio né una fine, rappresentano l’ amore eterno ed indissolubile che unisce il marito alla moglie nel giorno delle nozze. Altro elemento importante ai fini del significato è il materiale. Da sempre gli anelli di nozze sono realizzati in oro, un materiale inossidabile nel tempo ed è stata proprio la Chiesa a volerli in questo modo, proprio per simboleggiare l’ amore che non ha mai fine. Molto spesso si realizza il cuscino nuziale dello stesso colore e materiale dell’ abito della sposa. Ultimo significato, ma non meno importante, relativo agli anelli di nozze, è il dito sul quale vengono indossati dagli sposi.

Vi siete mai chiesti come mai le fedi si portano all’ anulare della mano sinistra?

Ebbene, la fede nuziale si indossa sull’ anulare perché, secondo un’ antica credenza, è proprio lì che passa  una vena che arriva direttamente al cuore. E’ un modo simbolico per attribuire a questo gioiello il compito di trasmettere i sentimenti  fino al cuore, assicurando, per sempre, amore e felicità. Mentre in Italia la si indossa sulla mano sinistra, in molti altri paesi europei, lo si fa a destra. Ogni paese, dunque, ha le sue credenze in fatto di matrimonio, come per esempio, si dice che porti sfortuna indossarla prima del fatidico giorno.

Chi porta all’ altare il cuscino con gli anelli?

Solitamente, questo è un compito che la sposa affida ad un piccolo paggetto. E’ frequente, infatti, giusto per creare una magica atmosfera, far sfilare all’ ingresso della sposa in chiesa, due o più damigelle che hanno il compito di reggere il velo oppure di lanciare petali di rosa durante il tragitto, mentre sarà proprio un bimbo piccolo ( di età solitamente compresa tra i due ed i sei anni) ad aprire il corteo tenendo il cuscino tra le mani. C’è chi preferisce addirittura ricamare sul cuscino anche le iniziali degli sposi. Prima di fare ciò, è opportuno tener presente che sull’ altare lo sposo siede sempre alla destra della sposa, così che le iniziali sul cuscino possano corrispondere agli sposi, così come essi sono seduti in chiesa.

Se si sceglie un cuscino dello stesso materiale del vestito, allora la sposa può commissionarlo direttamente all’atelier in cui si è scelto l’abito. Se, invece, si vuole optare per qualcosa di alternativo ( cuscini floreali, scatole a scrigno in legno), per l’ acquisto è possibile rivolgersi presso il negozio di bomboniere oppure direttamente al fiorista.

Matrimonio : boutonnière e pochette, immancabili accessori per l’ uomo

La bottoniera , più comunemente conosciuta con il termine francese ” boutonnière”, è un’ immancabile accessorio per lo sposo, e non solo, nel giorno delle nozze, in quanto rappresenta un simbolo di raffinatezza e galanteria. Prima di spiegare chi e come lo si indossa, è doveroso chiarire la differenza tra bottoniera o boutonnière e fiore all’ occhiello. Spesso, infatti, i due accessori vengono associati erroneamente. Il fiore all’ occhiello è rappresentato da un solo ed unico fiore agganciato al bavero della giacca, la bottoniera, invece, è una sorta di bouquet in miniatura, magari arricchito anche da qualche altro piccolo elemento, spilla o nastro che sia. Solitamente si riccolega all’ addobbo floreale della cerimonia e, in molti casi, anche al bouquet della sposa. Sia la boutonnière che il fiore all’ occhiello vanno agganciati rigorosamente a sinistra, nell’ apposita asola presente sul bavero della giacca, oppure mediante apposita spilla o calamita previste dal fiorista.

Quali sono le origini di questo importante accessorio?

L’ origine della boutonnière risale al lontano ‘800. Si narra, infatti, che la Regina Vittoria d’ Inghilterra, di ritorno da una passeggiata in giardino, portò come regalo al suo consorte Alberto un omaggio floreale. Quest’ ultimo, essendo persona di estrema eleganza, tagliò con una lama il bavero sinistro della sua giacca per inserirvi il piccolo bouquet di fiori. Da quel giorno, ordinò al suo sarto di realizzare un’ asola su tutte le sue giacche, affinché potesse indossare il fiore all’ occhiello in ogni occasione e perché diventasse simbolo di classe e bon ton.

Quali fiori utilizzare per la boutonnière?

Il fiore per eccellenza legato alla bottoniera è la gardenia, poi seguono rose e orchidee. E’ frequente, però, vedere nei matrimoni anche fiori meno convenzionali, soprattutto quando il fiore all’ occhiello viene abbinato all’ insieme dell’ addobbo floreale di tutta la cerimonia, oppure direttamente al bouquet della sposa.

Chi indossa il fiore all’ occhiello?

Il giorno delle nozze, lo sposo,  protagonista della cerimonia, così come la sposa, ha bisogno assolutamente di un elegante accessorio floreale, indipendentemente dalla scelta di indossare la boutonnière oppure il singolo fiore all’ occhiello. Questo privilegio, solitamente, viene esteso anche al suo papà ed a quello della sposa, nonché ai fratelli, ai cognati ed ai testimoni.

Ovviamente, tali regole valgono sia per la bottoniera che per la pochette, ma ricordatevi che l’ una esclude l’ altra. Se lo sposo vuole seguire alla lettera il galateo, i due accessori maschili nuziali si escludono a vicenda: o la boutonnière oppure la pochette nel taschino. Sempre poi seguendo il galateo, tutti gli altri importanti uomini della cerimonia dovranno seguire la stessa scelta dello sposo.

Matrimonio: perché si lancia il bouquet ?

Ad ogni matrimonio che si rispetti, arrivati a fine cerimonia, ci si aspetta il così tanto atteso lancio del bouquet. E’ una tradizione ormai radicatissima . La sposa si posiziona al centro della sala, si mette di spalle a tutte le ragazze nubili che si erano raggruppate qualche attimo prima, con precisione estrema e con la giusta dose di forza , lancia il bouquet. Intanto tra le pretendenti le reazioni spesso sono diverse. Chi si posiziona come un portiere tra i pali prima di un calcio di rigore, pronta a balzare come un felino pur di portare a casa l’ ambito premio, chi, invece, fa i dovuti scongiuri e  spera  che la sposa miri proprio dal lato opposto. La donna che riuscirà ad acciuffarlo , per tradizione, riceverà, entro l’ anno, una proposta di matrimonio.

Ma perché questa tradizione?

Perché i fiori della sposa rappresentano una probabile proposta di nozze?

Per scoprirlo dobbiamo fare un tuffo nel passato e, precisamente nel 14° secolo. Pare, infatti, che  in quella’ epoca proprio in Turchia tutto abbia avuto inizio. All’ inizio, però, non erano proprio i fiori d’ arancio ad essere lanciati, ma bensì un pezzo del vestito della sposa. Poi, col passar del tempo, considerando l’ abito nuziale uno degli indumenti più preziosi per una donna, si pensò che tagliarlo potesse essere un vero e proprio spreco, quindi si optò per il lancio dei fiori. Nello specifico, furono i fiori d’arancio ad essere utilizzati per il bouquet della sposa. Secondo il linguaggio dei fiori dell’ epoca, infatti, presso la corte di Istanbul,i petali d’ arancio rappresentavano propriamente la richiesta di matrimonio.

Sempre nel 14° secolo, questa volta in Francia, era usanza tra gli uomini partecipanti al matrimonio, rincorrere a fine cerimonia la sposa e strapparle un pezzo del suo abito come portafortuna. Anche questa tradizione fu etichettata come poco raffinata , così che  il taglio del vestito nuziale lasciò pian piano il posto al lancio della giarrettiera. Quest’ ultimo gesto, nei matrimoni contemporanei, segue immediatamente il lancio del bouquet.  Si raggruppano tutti i maschietti SINGLE della cerimonia e il fortunato che riuscirà ad acciuffarla, sarà anch’ egli un prescelto per convolare a nozze entro l’anno.

Ai matrimoni d’ oggi, non sempre il bouquet viene lanciato. Spesso, infatti, la sposa decide di regalarlo a sorpresa ad una amica stretta, ad una sorella oppure alla testimone di nozze. Raramente il bouquet viene suddiviso in tanti piccoli mazzetti quante ragazze, fidanzate e non, ci sono. Alcune spose, poi, decidono addirittura di tenerselo per se e lasciarlo essiccare, ma, per fare ciò, non devi essere superstiziosa. Sempre anticamente, infatti, per augurare tanta fortuna alla sposa, il bouquet si faceva passare per tre mani diverse: lo sposo, attraverso la mamma, lo donava alla sposa e la sposa, a sua volta,lo donava ad un’ altra nubile.

Un matrimonio negli anni 60



Oggi vi voglio parlare del matrimonio degli anni 60, o meglio di un matrimonio svoltosi negli anni 60 e precisamente quello dei miei genitori. Tra i racconti un po’ sbiaditi di mio padre e quelli di mia madre durante la mia adolescenza, emerge la fotografia di un evento dagli interminabili preparativi ma, nella sostanza, di una assoluta semplicità. I preparativi delle nozze dell’epoca erano davvero ridotti all’osso. Tuttavia la sposa, insieme alla mamma e, magari, a diverse sorelle (la famiglia di mia madre era molto numerosa, lei era infatti la prima di sette figli) viveva in maniera molto intensa il periodo dei preparativi del matrimonio, dedicandosi prevalentemente alla biancheria. Il cosiddetto corredo a quei tempi era una cosa molto importante anzi, forse, era l’unica cosa che davvero contava. Si effettuavano ricami sulle lenzuola che dovevano arredare la camera da letto per la prima notte, si aveva premura di lasciarle fuori dalla cassapanca in cui erano stati conservati per diversi anni e, una settimana prima delle nozze, si mettevano in bella mostra per poterlo mostrare a tutti nel suo pieno splendore e soprattutto perché nessuno potesse dire che la sposa non avesse un meraviglioso corredo. A quei tempi la realizzazione del corredo  era una vera e propria missione che iniziava fin da quando la sposa non era più che una bambina. Insomma un vero e proprio STATUS SIMBOL per tutte quelle famiglie in cui vi era una figlia femmina. Ora, chi aveva la fortuna di avere in famiglia una persona particolarmente brava con ferri  ed uncinetto aveva risolto il problema da un punto di vista economico, provvedendo, da se, ad effettuare tutti i ricami su asciugamani e lenzuola. Chi invece non aveva questa possibilità, era costretto a rivolgersi ai commercianti di biancheria dell’ epoca, sostenendo spese molto elevate che generavano molto spesso debiti per tutta la vita. Insomma, il corredo era la dote. Molto spesso i genitori degli sposi si riunivano in veri e propri SUMMIT in cui si prendeva nota di ogni singolo pezzo del corredo, mettendo in piedi un vero e proprio inventario e diventando, così, un vanto agli  occhi di tutti. Mio padre mi racconta che, a quei tempi, ai matrimoni non si invitava troppa gente :i parenti stretti, giusto qualche amico, il padrino di cresima e di battesimo, che magari  era già stesso un parente ,  la vicina di casa che per nessun motivo al mondo avrebbe voluto  perdersi  quel banchetto di nozze. Per quanto riguarda l’abbigliamento, erano molto simili ai giorni nostri: l’ abito bianco per lei, scuro, molto spesso in doppio petto per lui. Gli invitati solitamente indossavano  un abito nuovo, ma  non era affatto raro che soprattutto i maschietti  indossassero  il vestito del loro matrimonio.I colori degli abiti erano solitamente il nero e il blu, ma in paesi di campagna abitati per lo più da contadini, era solito anche vedere qualche abito marrone, con cravatte talmente  corte da non arrivare nemmeno all’ ombelico. Mia mamma, invece, mi raccontava che l’ abito  della sposa era sempre molto particolare e di ottima manifattura. Quasi sempre veniva cucito a mano dalla sposa o comunque dalla mamma e dalle sorelle. Si era soliti ricamare anche le bomboniere, che, tuttavia,a quei tempi,non erano  affatto obbligatorie. Molto spesso, infatti, gli sposi, a fine banchetto, passavano tra i tavoli con il vassoio d’ argento buono  e distribuivano i confetti  su di un fazzoletto tra i vari commensali. Ovviamente ai miei genitori non potevo non chiedere del servizio fotografico. In effetti, sessanta anni fa non si facevano troppe foto, ma si badava all’ essenziale. A casa della sposa si apriva per l’ occasione il salone, con il pavimento di marmo tirato a lucido tanto da potersi specchiare. Lì si scattavano le prime foto iniziando dalla famiglia diretta, prima i genitori, poi i fratelli, la nonna ed infine i testimoni. Dopo questa breve parentesi fotografica, il papà prendeva la sposa sotto braccio e, varcando la soglia di casa, dava vita ad un vero e proprio corteo che somigliava tanto ad una processione . E proprio come nelle processioni, oltre agli invitati, partecipavano un po’ tutti gli abitanti del paese o di quel particolare quartiere, mentre sui bordi delle strade le persone, al passaggio degli sposi, applaudivano e lanciavano riso per buon auspicio. Alla fine della cerimonia religiosa, dopo la fatidica foto di gruppo sulle scale della chiesa, il corteo si riversava nuovamente per le strade del paese dove ad attenderlo vi erano nastri bianchi da tagliare e bottiglie di spumante da stappare. Infine poi si raggiungeva la famosa SALA, un luogo spartano, con arredamento dell’ epoca, dove si serviva un menù modesto, fatto di pietanze semplici e genuine. Quello che non mancava mai era la musica. Una vera orchestra, infatti, suonava per gli ospiti ogni tipo di melodia, dalla tarantella alla quadriglia, dal valzer all’alligalli. Tutti si stringevano intorno agli sposi in una atmosfera vera, sincera dove l’ unica cosa che veramente contava era far sentire quei due giovani, in quel momento, al centro di tutto.

battesimi e coronavirus, regole e comportamenti da seguire

La fase 2 prevede la ripresa delle messe cattoliche a partire da lunedì 18 Maggio. Questo è quanto  emerso da un accordo tra il Governo e la Conferenza episcopale italiana (CEI). Tuttavia, dal 4 Maggio sono state autorizzate anche le cerimonie funebri, ma con un limite massimo di quindici persone. Il protocollo autorizza anche la celebrazione di battesimi e matrimoni in forma strettamente privata.

Ecco cosa bisogna sapere e quali regole bisogna rispettare in occasione  di un battesimo

Domenica scorsa, 10 Maggio, sono ritornato in chiesa dopo oltre due mesi, per fotografare il battesimo di una bellissima neonata i cui genitori, nonostante le dure restrizioni , non si sono lasciati scoraggiare e hanno deciso di far celebrare ugualmente il sacramento per la loro bambina. Dopo aver ricevuto il via libera dal parroco della comunità, mi hanno immediatamente contattato per prenotarmi il servizio fotografico. Ovviamente mi hanno messo al corrente di tutte le precauzioni da prendere ( utilizzo di guanti e di mascherina)  e delle regole da rispettare sul distanziamento tra persone ,evitando ogni forma di assembramento. Così ci siam dati appuntamento a casa qualche oretta  prima dell’ evento religioso, e dopo aver fatto qualche scatto alla festeggiata, ci siamo diretti in chiesa per la funzione del battesimo. Ovviamente diverse  sono state le misure da rispettare dettateci dal Sacerdote. Innanzitutto il numero di partecipanti. E’ stato consentito l’ ingresso ai genitori ed alla madrina, oltre che a me chiaramente. Il rito si è svolto regolarmente, senza nessuna restrizione, ma il sacerdote , come del resto anche noi altri, non ha potuto fare a meno dei guanti e della mascherina che non ha mai tolto durante la celebrazione( Unica eccezione è stata al momento del battesimo dove sia il sacerdote che i genitori, madrina compresa, una volta giunti al fonte battesimale, hanno potuto togliere le mascherine, mantenendo, pur sempre, la distanza di un metro l’uno dal’ altro). Le misure di sicurezza indicate nel  protocollo, infatti,  prevedono, tra l’ altro, oltre al numero chiuso e la mascherina obbligatoria, anche il rispetto della distanza di almeno un metro tra i fedeli, la distribuzione della comunione con guanti monouso senza toccare le mani del fedele stesso e l’ igienizzazione costante degli oggetti, come microfoni e leggii. La cerimonia si è svolta con  un profondo senso di fede cristiana da parte di noi presenti, e anche se, a dire il vero, all’inizio ho avvertito una forte sensazione di incredulità per quanto stessi vivendo in quel momento, nonché di leggero sconforto, col passar dei minuti, però, quello stesso stato d’ animo un pò cupo si è poi tramutato in un segnale di speranza, dal quale poter ripartire, magari più forti di prima, ma soprattutto consapevoli che, con la nostra perseveranza e con l’ aiuto di Dio, potremmo finalmente lasciarci alle spalle questa triste esperienza e dirigerci,  a piccoli passi, verso una auspicabile normalità.

Servizio fotografico di matrimonio, quale scegliere?

Scegliere il  servizio fotografico più adatto per il tuo matrimonio è assolutamente soggettivo, visto che la fotografia, intesa come arte, è legata ai gusti personali di ognuno di noi. Ci sono, però , degli elementi oggettivi sui quali bisogna soffermarsi per evitare di commettere errori, talvolta irreversibili, sul ricordo delle proprie nozze.

Ricerca del fotografo

E’, senza dubbio, il punto di partenza. Iniziare a confrontare  i vari professionisti della fotografia da matrimonio nella propria zona, facendo prima una ricerca su internet, individuando il genere di servizio offerto  attraverso il loro portfolio di fotografia e capire se rispecchiano, più o meno, i tuoi gusti personali.

Scelta della tipologia di servizio fotografico

Sostanzialmente, la scelta di un servizio fotografico da matrimonio ricade su due principali alternative. La prima per la quale gli sposi possono optare è quella di un” servizio  fotografico classico”, basato per lo più su fotografie statiche e pose abbastanza plastiche e costruite. La seconda opzione, invece, riguarda un servizio di natura completamente reportagistica (quello a cui sono personalmente più legato e nel quale più mi identifico) ed è quella che negli ultimi tempi sta trovando maggior consenso tra le giovani coppie. A differenza del primo, questo secondo servizio non avrà come unici protagonisti gli sposi ma tende a coinvolgere anche tutti gli altri invitati a 360°. In questo caso, dunque, il fotografo dovrà raccontare i momenti più belli della giornata cercando di prevedere qualsiasi emozione, dalle lacrime di un fratello all’ abbraccio di un amico, passando per i gesti imprevedibili dei più piccini. Ma soprattutto dalle immagini dove prevale il sentimento, l’ amore e la complicità degli sposi, in modo tale che attraverso gli scatti si possa arrivare  ad ognuno che le guarda e suscitare forti emozioni.

Incontro con il fotografo

E’ fondamentale, una volta individuato, attraverso la rete, il professionista da contattare,  fissare un appuntamento e parlargli di persona. Conoscere il suo modo di operare, gli strumenti da lui utilizzati ed i collaboratori che lo accompagneranno, ti aiuterà a sviluppare il tipo di servizio fotografico più idoneo a racchiudere tutti i particolari che hai in mente per il giorno delle tue nozze.Non esiste un pacchetto già pronto per tutte le coppie: ogni matrimonio è unico, per cui bisogna immaginare l’ album fotografico come un abito su misura per gli sposi. Il fotografo, dal suo canto, deve farsi trovare pronto, in ogni istante della giornata , ad immortalare i momenti più emozionanti della cerimonia nuziale. Sarà dunque fondamentale che questo’ ultimo  sia coadiuvato da altri professionisti per non rischiare di farsi sfuggire nulla, dallo scambio delle promesse a quello degli anelli, dal lancio del riso al taglio della torta. Uguale rilevanza avrà anche la scelta della luce  e dell’angolazione giusta in cui alcuni momenti devono essere ripresi.

Lasciando al fotografo e al suo staff la libertà di ottimizzare al meglio gli istanti salienti della cerimonia, sarà tuttavia utile  stilare una lista di  di  dettagli e di qualche siparietto che hai pensato per quel giorno e che non hai assolutamente intenzione di perdere. Il tuo fotografo, a questo punto, oltre al bagaglio della sua esperienza, avrà delle fondamentali linee guida da te fornitegli, che gli permetteranno  di accontentare tutte le tue richieste senza commettere alcuna sbavatura  (una dedica a sorpresa al ristorante per una persona che compie gli anni, piuttosto che un segnaposto fatto a mano e regalatoti da una tua cara amica).

Ultima cosa, ma non per importanza, è il prezzo del servizio  fotografico. Una raccomandazione: valuta sempre il rapporto qualità/prezzo per evitare sorprese finali e  diffida da quei pacchetti ingannevoli che, all’ apparenza, offrono tanto, ma nella sostanza invece  vengono realizzati con poca qualità e   professionalità .

Matrimonio, cosa fare?

Avete deciso di organizzare un matrimonio e non sapete da dove partire? Come si devono organizzare gli sposi? Quali sono le cose da fare per prepararsi alle nozze? Calma, tutto normale! Pian piano il percorso sarà sempre più semplice e più in discesa e quella parolina antipatica chiamata ANSIA , beh, andrà via anche quella.

Durante la fase dei preparativi del matrimonio, qualcosa può sfuggire, è una cosa normale. Le cose da fare sono davvero tante e ognuno può gestire il proprio evento in maniera diversa. C’è chi si limita agli aspetti necessari, chi, invece, decide di abbinare una serie di accessori da scegliere in base al tema del proprio “WEDDING”. Ad ogni modo la parola d’ ordine resta sempre e solo ORGANIZZARE.

Per cominciare:

Appena avete deciso di sposarvi, fissate la data delle nozze.

Scegliete la chiesa. Solitamente si opta per la parrocchia di appartenenza della sposa, la stessa dove è avvenuta la sua Prima Comunione, magari, anche il battesimo. E’ diventato molto frequente, però, da parte degli sposi, scegliere una chiesa molto vicina alla location dove si terrà il ricevimento, a picco sul mare con una vista mozzafiato, oppure in piena campagna, immersa nel verde della natura incontaminata.

Fotografo, bomboniere e partecipazioni

Scegliete prima il fotografo, in base all’ empatia più o meno immediata che si instaurerà  tra voi e lui, soltanto dopo deciderete la tipologia del servizio che desiderate, il modello dell’ album, l’ impronta che il professionista dovrà dare al vostro video, se fare o meno gli albumini per i genitori, piuttosto che le foto ricordo con gli invitati. A proposito di invitati, dopo aver fatto una vera e propria lista tra amici e parenti, dopo aver scelto con cura la partecipazione, queste ultime, consegnatele almeno tre mesi prima, perché essere invitati ad un matrimonio richiede un certo preavviso.

Per le bomboniere, solitamente oltre a quella regalata ai testimoni che è diversa da tutte le altre ( si può spaziare tra un oggetto prezioso come orologi e bracciali o addirittura il fine settimana in qualche centro benessere, piuttosto che una capitale europea), bisognerà pensare a due diverse tipologie. La prima, più importante, con una confezione più ricercata, per tutti i commensali e una seconda, decisamente meno impegnativa per tutti coloro che verranno in chiesa a farvi gli auguri, vi regaleranno piante o piccoli pensierini.

Fioraio, auto e ristorante

L’addobbo floreale, comunemente, comprende una preparazione all’ ingresso della casa della sposa e, se si vuole dallo sposo; l’ allestimento della chiesa si divide tra l’ addobbo del sagrato esterno e quello  dell’ altare; il tappeto solitamente viene esteso dall’ ingresso fino all’ inginocchiatoio degli sposi.

L’auto può essere prenotata in un’ agenzia di noleggio e viene fornita, salvo differente accordo, con driver a seguito, oppure gentilmente offerta da qualche amico o parente.

Una volta individuato il ristorante, nei tempi stabiliti con la direzione, bisognerà scegliere il menù, centrotavola e segnaposto, disposizione dei  tavoli, musica e animazione bambini.

Per finire, ma non per ultimi, oltre alla scelta delle fedi nuziali, del trucco, dell’ acconciatura,della meta del viaggio di nozze ( qui la scelta è davvero ampia tra America, Europa ed Oriente), della lista nozze, bisognerà concentrarsi sulla scelta dell’ abito nuziale. Seguiranno le doverose prove, sia per lui che per lei, la scelta dell’ intimo e dei gioielli e, per finire, la tanto attesa data del ritiro.

Il giorno delle nozze…

Far ritirare il bouquet alla suocera che dovrà portarlo alla sposa mezz’ ora prima del rito religioso.

Fissare l’ appuntamento con il fotografo almeno un’ora e mezza prima di andare in chiesa, idem  con estetista e parrucchiere, che dovranno ovviamente preparare la sposa per il servizio fotografico.

Infine, ricordatevi di lasciare ad una persona di fiducia tutto l’ occorrente per eventuali ritocchi al trucco durante la giornata.